Vent'anni di calcio moderno (o contemporaneo, chiamatelo come volete), 1993-2013. Vent'anni di Milan. Vent'anni di numeri 10.
Era la stagione 1993-94, quella maglia era di Dejan Savicevic nato a Titograd (Montenegro-ex Jugoslavia). Capace di grandi giocate e dribbling, per la sua notevole fantasia fu ribattezzato Il Genio.
10 anni dopo, stagione 2003-04, approda Manuel Rui Costa. Conosciuto già per la sua grande carriera con la Fiorentina e scoperto dal grande Eusebio all'età di 9 anni. Predestinato a vestire questo numero. Quando lascia, la maglia passerà a Seedorf. Ma veniamo ad oggi.
2013-14, Honda chiede alla società il numero 10. Accontentato. E' proprio vero che il calcio è cambiato.
Vent'anni fa nessuno avrebbe immaginato che il numero 10 del Milan sarebbe venuto dal Giappone. Suona un pò strano, ma è vero.
E' questa l'evoluzione del numero 10. Siamo partiti dall'ex-Jugoslavia, passando per il Portogallo e arrivando al Giappone. Ricordando che con Savicevic, quell'anno il Milan aveva anche il più grande numero 10 italiano di sempre. Un certo Roberto Baggio, con la numero 18. Perchè nel calcio bisogna avere anche fortuna, arrivare nel momento giusto col numero libero giusto. Come è successo ad Honda. Magari in passato qualcuno avrebbe meritato più di lui questo numero: appunto Baggio o anche Ronaldinho (n° 80).
Ma il calcio è così, questione di tempo e di giorni. Ci vuole fortuna, ma anche coraggio. Perché la numero 10, non è una maglia come le altre.